“Dracul”, la recensione per Lega Nerd

Il piccolo Bram Stoker, futuro autore di Dracula, era a un passo dalla tomba: per i medici era troppo debole e malato per sopravvivere, eppure è sopravvissuto. Come è stato possibile? Dracul (Editrice Nord), romanzo scritto a quattro mani da Dacre Stoker e J. D. Barker, avanza un’ipotesi inquietante.

Dublino, 1849, la Grande Carestia ha ridotto il Paese in ginocchio, un quarto della popolazione è morta a causa della denutrizione e delle malattie. In questo contesto la famiglia Stoker, sette figli in tutto, appartenente alla ricca borghesia, gode il lusso di avere una propria casa, di riuscire a mettere insieme tre pasti al giorno e di potersi permettersi una tata per accudire i bambini.

In particolare Bram ha bisogno di attenzioni, costretto spesso a letto da una malattia di origine sconosciuta che lascia poche speranze. Poi c’è il piccolo Richard, la cui culla, per comodità, è stata messa nella stanza della tata.

Tutto nella norma se non fosse che la tata è in realtà un vampiro che si nasconde tra i comuni mortali. Viene spontaneo chiedersi cosa o chi è in grado di spaventare un vampiro?

I primi a mettere in dubbio la normalità di Ellen Crone, la tata, sono Bram e sua sorella Matilda.

Ai bambini sembra strano che la tata va e viene nel cuore della notte, spesso riceve in camera sua, dal figlio maggiore degli Stoker, animali vivi chiusi in un sacco, alterna giorni in cui appare giovane ad altri in cui sembra invecchiata di colpo.

Tutte queste peculiarità non preoccupano i genitori di Bram e Matilda, del resto con sette figli da sfamare è comprensibile che sfugga loro qualcosa. Le indagini dei bambini vanno avanti e portano alla luce stranezze ancora più inspiegabili finché un giorno Bram cade vittima di una delle sue crisi di salute, questa volta violentissima.

I medici non sanno che fare e praticano salassi. La situazione è disperata finché non interviene tata Ellen e salva il bambino. Come possiamo facilmente immaginarlo. È quindi possibile che esista un vampiro di buon cuore? No, non è possibile.

Dopo la guarigione di Bram tata Ellen sparisce nel nulla senza dare alcuna spiegazione, ne soffrono tutto, soprattuti i genitori di Bram che devono rintracciare in fretta e furia un’altra tata.

Molti anni dopo però la strada degli Stoker incrocierà di nuovo quella di Ellen Crone e li porterà a scoprire da cosa scappava la tata. Bram farà la conoscenza del mostro che segnerà per sempre la sua vita privata e professionale: Dracul a cui manca curiosamente la A finale (ma anche questa omissione verrà spiegata nel libro).

Il romanzo si colloca cronologicamente prima del racconto, il primo famoso capitolo di mai finito nella stesura data alle stampe (quella che conosciamo noi), è un prequel e quindi paga lo scotto di dover portare il lettore ad un punto della storia che conosce già.

Il difficile compito di mantenere alta l’attenzione e di garantire i colpi di scena necessari a qualsiasi storia di vampiri però è portato a termine egregiamente.

Dracul è un metanarrazione, un mockumentary che saccheggia con intelligenza la traduzione apocrifa islandese del Dracula (pubblicata di recente in italia da Carbonio Editore con il titolo di “I poteri delle tenebre”) e il patrimonio di appunti e note di Bram Stoker studiati da Dacre Stoker, discendete del romanziere irlandese, e messi a disposizione del collega J.D. Barker che si è occupato di romanzarli.

La tesi secondo cui dietro al vampiro si celerebbe la figura storia di Vlad Tepes è accantonata per fare spazio a natali più luciferini. Dracul(a) nel romanzo appare come un mostro più per la sua mentalità psicotica, manipolatrice e violenta che non per il suo essere un vampiro.

Anche la struttura del romanzo, di moda sul finire dell’800 e considerata modernissima, che si compone di lettere, diari, annotazioni personali e qualche sequenza in terza persona per cucire tutto insieme, richiama quella del Dracula. Come sapranno tutti gli appassionati del genere diciamo, senza svelare troppo, che il finale, così come da tradizione, sarà amaro.

Dracul è un omaggio a un autore, Bram Stoker, la cui opera è oggetto di contuni studi ed è ancora oggi enigmatica. Dracula in particolare, dopo aver raggiunto la fama grazie al cinema, non è mai passato di moda e ancora oggi fa capolino in poi in tutti i media.
Dacre Stoker è discendente diretto di Bram Stoker e gestisce il Bram Stoker Estate, un’associazione che si occupa di collezionare e diffondere informazioni e documenti di e sul romanziere irlandese.
Dracul non è il primo romanzo ispirato a Dracula che firma come coautore, ha pubblicato anche “Undead – Gli immortali” (Piemme editore, 2009) con Ian Holt, storia in cui si tenta, con scarsa fortuna, di ribaltare il tavolo rendendo il famigerato vampiro-villain della storia di Bram un eroe.

J. D. Barker ha cominciato la sua carriera di scrittore nel 2014 vincendo il Bram Stoker Award con Forsaken, romanzo in cui compare, con il beneplacido di Stephen King, Leland Gaunt, il vecchio, diabolico commerciante di Cose preziose. In Dracul dimostra di saper gestire una trama non facile che si appoggia a una documentazione storica ma non sacrifica suspence e azione.

A scanso di equivoci diciamo subito che Dracul è un romanzo gotico, molto lontano dall’horror “vampiresco” che abbiamo conosciuto con “30 giorni di buio”, per esempio. Il libro è voluminoso, forse un po’ troppo, ma ha il pregio di avere un ritmo sempre serrato che invoglia a finire la lettura.

La parte iniziale del romanzo, in cui si vede all’opera un mostro pericolosissimo in un contesto domestico, è forse la più interessante. Strada facendo la storia si appesantisce un po’ dovendo aderire agli stereotipi del genere e dovendo aggiungere tutto ciò che va inserito e anche i personaggi, soprattutto la tata Ellen, ne risentono in caratterizzazione diventando un po’ opachi e piatti. Il “movente” di Dracul(a) risulta un po’ fiacco, ma nel quadro del personaggio è plausibile.

In definitiva però resta un romanzo imperdibile per gli amanti del Dracula di Bram Stoker impreziosito in chiusura da un piccola appendice storico-letteraria molto curiosa sulle origini del mito.

Pubblicato su “Lega Nerd” il 14 dicembre 2019

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