UOMINI E LUPI

LA STORIA

Solo nel suo letto d’ospedale, dove è stato ricoverato in seguito a un tentativo di omicidio, l’architetto Iago Ragnarsson trova un libro che parla di lui. Chi lo ha lasciato? Chi lo ha scritto? Ma soprattutto, come fa l’autore a conoscere tanti dettagli, del suo passato e forse del suo futuro?
In un futuro distopico in cui qualcosa di terribile è successo nel mondo, e quel poco che ne resta è sotto la ferrea dittatura del partito dei Morrigan, Iago scoprirà di essere coinvolto in una lotta in cui tutti cercano di sfruttarlo a proprio vantaggio.
Un romanzo originale, ricco di spunti di riflessione ma sorretto da una trama che cattura il lettore fino all’ultima pagina.

DICONO DI UOMINI E LUPI

KADLIN CITTÀ D’ACQUA

Come avranno modo di scoprire i lettori di Uomini e lupi la città di Kadlin sorge sulle rovine di Milano ma, pur essendo una versione futuristica della metropoli lombarda, Kadlin rappresenta anche un ritorno al passato per la città. Il trasporto urbano si svolge per la maggior parte sull’acqua. I Morrigan hanno infatti ripristinato la vecchia rete navigabile del navigli, le cui origini risalgono agli albori di Milano, e l’hanno allargata, con una serie di imponenti opere di ingegneria idraulica, rendendola moderna e funzionale. Un grande naviglio circolare, l’Arzhur, corre attorno alla città e collega i canali interni alla periferia urbana in maniera molto simile a quello che fa la Circle Line di Londa o la Yamanote Line di Tokyo. Il panorama urbano è cambiato moltissimo rispetto al presente e forse sarà irriconoscibile agli stessi milanesi, ma qua e là nel romanzo saranno riconoscibili luoghi chiave dell’attuale Milano. Per il divertimento dei lettori interessati all’argomento, nel romanzo sono presenti planimetrie e schemi dettagliati del nuovo sistema di trasporti.

UOMINI, LUPI E ARCHITETTI

L’Architettura gioca un ruolo fondamentale nelle nostre vite e anche in questo romanzo. Da sempre, senza che ce ne rendiamo conto, è la disciplina che più plasma la nostra realtà ed è stata spesso strumento di propaganda politica o religiosa. Abbiamo esempi ovunque nella storia dell’umanità, dall’antichità ad oggi gli architetti hanno contribuito a mostrare alle masse la potenza di questo o di quel padrone. Ma quindi l’architettura è uno strumento in mano al potere? Come avranno modo di scoprire i lettori di Uomini e lupi non sempre e non necessariamente. Ma quali sono gli architetti che hanno ispirato o in qualche modo influenzato la genesi del protagonista del romanzo? Di seguito un breve excursus sui più significativi:

Albert Speer

La Große Halle (“Grande sala”), anche nota come Volkshalle (“Sala del Popolo) o Ruhmeshalle (“Sala della Gloria”)

L’architetto del diavolo, così veniva soprannominato l’architetto personale di Adolf Hitler. Speer è stato ministro degli armamenti del Reich e il principale interprete dell’architettura nazista. Tra le sue opere più significative si ricorda l’area dei raduni di Norimberga, la nuova cancelleria del Reich di Berlino, il Padiglione della Germania all’Esposizione universale di Parigi del 1937 e il progetto Welthauptstadt Germania (“capitale mondiale Germania”) per la risistemazione di Berlino che prevedeva la costruzione della monumentale cupola a copertura della Ruhmeshalle (“sala della gloria”), nelle intenzioni di Speer e di Hitler il futuro pantheon del partito nazionalsocialista. Speer è stato processato a Norimberga e condannato a 20 anni di carcere per l’utilizzo di manodopera in condizioni di schiavitù per favorire lo sforzo bellico tedesco, durante il processo prese le distanze dal Nazismo e si dichiarò allo scuro dei crimini contro l’umanità commessi dagli altri gerarchi. Il “fantasma di Speer” è sempre presente all’architetto Ragnarsson che, per tutta la vita, ha fatto di tutto per evitare di seguire le orme dell’architetto tedesco.

 

Walter Gropius

Le Officine Fagus progettate da Walter Gropius e Adolf Meyer e realizzate nel 1911 ad Alfeld an der Leine

Architetto, designer, urbanista e accademico tedesco. È stato uno dei fondatori del Bauhaus, la prima scuola di design industriale così come lo intendiamo noi oggi. Il Bauhaus nelle intenzioni di Gropius doveva favorire lo scambio reciproco tra le arti e le culture in una realtà multidisciplinare all’insegna di un’apertura mentale invisa al Nazismo che ha fatto chiudere la scuola. Gropius si è spostato prima in Inghilterra e poi in America, è ricordato come uno dei principali esponenti del Movimento moderno in architettura. Gropius rappresenta l’età dell’innocenza per l’architetto Ragnarsson, gli anni dell’università quando ancora il regime dei Morrigan non aveva mostrato il suo vero volto e i suoi metodi brutali.

 

Ludwig Mies van der Rohe

La sede dell’Illinois Institute of Technology a Chicago

Come avranno modo di scoprire i lettori di Uomini e lupi, Ludwig Mies va der Rohe è, insieme a Frank Lloyd Wright, è uno degli architetti preferiti da Roisin Teller, il ministro della propaganda di Kadlin. Van der Rohe diceva: «Nella sua forma più semplice l’architettura è ancorata a considerazioni assolutamente funzionali, ma può ascendere attraverso tutti i livelli di considerazione fino alla più alta sfera di esistenza spirituale, nel regno della pura arte». Less is more è uno dei suoi motti più famosi, esemplifica al meglio la sua filosofia progettuale e di vita, un approccio condiviso dall’architetto Ragnarsson. Tra le sue opere più significative ricordiamo la Farnsworth House che avrà un ruolo chiave nel romanzo.

LA FARNSWORTH HOUSE

La Farnsworth House, o meglio, una sua copia, gioca un ruolo molto importante nel romanzo. Il progetto originale, firmato dall’architetto Ludwig Mies van der Rohe, risale al 1945. Nelle intenzioni del committente, la dottoressa Edith Farnsworth, la casa doveva essere un rifugio per i weekend da edificare su un lotto di terreno affacciato sul fiume Fox, a circa 80 chilimetri da Chicago.

Il progetto, completo di ogni dettaglio, fu accantonato in attesa di un’eredità di una zia ammalata della committente. Mies attese alla costruzione sia come appaltatore che come architetto. I lavori di costruzione iniziarono nel 1950 e furono terminati nel 1951.

La commessa aveva le caratteristiche ideali per un architetto, ma fu rovinata da una controversia pubblica, fra il committente e l’autore, iniziata a costruzione quasi ultimata. La casa costò 74.000 dollari del 1951, equivalenti a circa un milione di dollari del 2006, contro un preventivo di 58.400 dollari, con un onere aggiuntivo di oltre il 26% dovuto all’aumento dei prezzi dei materiali del dopoguerra e alla scarsità di mano d’opera per i massicci arruolamenti nella Guerra di Corea. Un’amara relazione personale fra la dottoressa Edith Farnsworth e Ludwig Mies van der Rohe, romantica secondo ciò che si diceva, portò ad una causa con l’architetto e costruttore per il mancato pagamento di $28,173 in costi di costruzione, ciò vicino alla fine dei lavori.

Il proprietario quindi avviò una contro-causa per danni dovuti a presunta negligenza. Gli avvocati di Ludwig Mies van der Rohe provarono che la dottoressa Farnsworth aveva approvato il piano dei lavori e l’aumento del budget e la corte ordinò al proprietario di pagare i conti. Le accuse di negligenza mosse dalla dottoressa Farnsworth furono archiviate come non comprovate. Fu una vittoria amara e vuota per Ludwig Mies van der Rohe, considerando la dolorosa pubblicità che ne conseguì. Il conflitto finì con un cantiere inconcluso ed un interno non ammobiliato. La costruzione di un guardaroba in tek e di una veranda di bronzo schermata furono completati secondo i disegni di Ludwig Mies van der Rohe dall’ex impiegato William Dunlap e da un operaio che agiva da intermediario. Mies non parlò mai della sua chiacchierata relazione, e nemmeno parlò più con Edith.

Edith continuò ad usare la casa come luogo di ritiro fine settimanale per i successivi 21 anni, spesso ospitando noti personaggi del mondo dell’architettura per mostrare i lavori dell’architetto di fama mondiale. Nel 1968, il dipartimento autostradale locale espropriò due acri di terreno confinante con la casa per la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Fox per l’autostrada sopraelevata. Farnsworth fece causa per fermare il progetto ma perse la causa. Vendette la casa nel 1972 ritirandosi nella sua villa in Italia.

Nel 1972 Casa Farnsworth fu acquistata da Lord Peter Palumbo, magnate inglese delle proprietà, collezionista di arte e appassionato di architettura. Rimosse la schermatura di bronzo che chiudeva la veranda, aggiunse l’aria condizionata, diede ampio respiro all’architettura paesaggistica aggiungendo sculture di Andy Goldsworthy, Anthony Caro, e Richard Serra. Dopo aver posseduto la proprietà per 31 anni nel dicembre del 2003 Palumbo rimosse le opere d’arte e vendette la proprietà all’asta ad un gruppo di preservazionisti del luogo con il supporto del National Trust for Historic Preservation per una cifra di 7.5 milioni di dollari. La casa è registrata nel Registro Nazionale ed è segnalata come Monumento Storico Nazionale dal Dipartimento dell’Interno degli Stati Uniti.

LUOGO E ANNO DI PUBBLICAZIONE
Milano 2019
TIPOLOGIA DI STORIA
Romanzo di fantascienza

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